PA: naruto, hunter x hunter, bleach, dragon ball, yugioh, spoiler, ecc.

do you speak gelmini???

« Older   Newer »
  Share  
hisoka il prestigiatore
view post Posted on 8/5/2009, 16:23




Do you speak Gelmini?
di Linda Rossi Holden
Nessuna direttiva. Poche risorse. L'insegnamento delle lingue ignorato dal ministro. E l'Italia resta in coda alle classifiche Ue


Grembiulini, maestre, voti di condotta. Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha moltiplicato direttive e proclami. Ma sull'insegnamento delle lingue tutto tace. Eppure in Italia (fonte Censis) un terzo della popolazione non parla alcuna lingua straniera; meno del 20 per cento è bilingue; il 50,1 ritiene scolastico il proprio grado di preparazione, il 23,9 lo giudica buono e solo il 7,1 molto buono. Inoltre, il 55,9 per cento degli italiani ritiene lo studio delle lingue a scuola scarso o gravemente insufficiente, tant'è che i debiti formativi nelle superiori si attestano al secondo posto con il 32,7 per cento, subito dopo matematica. In questa situazione, c'è da chiedersi perché tanta giustificata enfasi sul potenziamento di matematica e scienze ma non altrettanta attenzione alle lingue, ormai indispensabili sia nel campo privato che professionale.

Nel Forum europeo dello scorso luglio 'Multilinguismo, come le lingue aiutano le imprese', è stata quantificata in 100 mila euro l'anno la perdita per ciascuna delle 945 mila imprese europee dell'export a causa dei contratti mancati per la scarsa conoscenza delle lingue (soprattutto inglese). Un gap particolarmente significativo per l'Italia che, nella classifica di Eurobarometro sulla capacità di comunicare in altre lingue, da anni non riesce ad affrancarsi da un imbarazzante terz'ultimo posto.

Poco utilizzati strumenti e contributi economici che la Commissione europea offre attraverso il suo Programma di apprendimento permanente per qualificare l'insegnamento e, in generale, per aiutare studenti e docenti a migliorare le competenze linguistiche. Entro il 2013 sono a disposizione 7 miliardi di euro per finanziare progetti e attività che promuovono gli scambi e la cooperazione tra sistemi di istruzione e di formazione nella Ue. Ma, mentre alcuni insegnanti 'volonterosi' applicano autonomamente con risultati eccellenti le indicazioni europee, dal ministero arrivano inconsistenti linee guida e insufficienti risorse economiche.


Il problema in Italia sta nella totale mancanza di un 'sistema lingue', di una cultura linguistica, di una metodologia che guardi alle buone pratiche già collaudate in Europa come il Clil (Content and language integrated learning), l'apprendimento integrato di lingua e contenuto che prevede che discipline come scienze, storia, arte vengano veicolate dalle lingue straniere. Un approccio metodologico sollecitato anche nelle recenti raccomandazioni di Bruxelles che, tra l'altro, invitano gli Stati membri a incoraggiare i cittadini a parlare due lingue oltre a quella madre. Non è un caso dunque se la Commissione europea, insieme a Uefa e Fare (Football against racism in Europe), ha appena lanciato lo spot tv 'Tante lingue per un gol', che verrà mandato in onda nell'intervallo di tutte le partite di Champions League 2008/09.

In questo complesso scenario, come si sta preparando la Gelmini per sfruttare il potenziale delle lingue? Non ha ancora approntato una cabina di regia che stabilisca gli interventi quantitativi e qualitativi necessari alla formazione degli insegnanti per specializzarli, aggiornarli e certificarne le competenze in modo sistematico, soprattutto per i 24 mila specialisti di inglese che mancano all'appello nella scuola primaria con l'introduzione del maestro unico. Non ha nemmeno organizzato una commissione per riformare i curricola linguistici e a recepire tutte quelle direttive europee e quelle buone pratiche che ci permetterebbero di cominciare a confrontarci coi Paesi già da tempo bilingui o trilingui. E sembra inconsapevole del fatto che dal 2009 in ogni Stato membro verranno introdotti gli indicatori di competenza linguistica, così come avviene per le indagini Ocse-Pisa. È quindi urgente avviare percorsi strutturali senza precedenti o l'alternativa sarà quella di doversi nuovamente affidare a insegnanti precari, a docenti delusi e disorientati, o all'eccellenza di quei 'volonterosi' che non è ancora ben chiaro come il ministro intenderà utilizzare e premiare, nonostante i ripetuti inni alla meritocrazia.
(09 ottobre 2008)


 
Top
0 replies since 8/5/2009, 16:23   113 views
  Share